Uno degli strumenti per affrontare una situazione di crisi è la spiritualità mistica. Il contenuto centrale dell’esperienza mistica è una vivissima sensazione, un’intuizione spontanea della presenza di Dio in noi e nel mondo. L’esperienza mistica è, perciò qualcosa che ha a che fare con la complessa totalità della vita dell’uomo.
La mistica è propria solo al cristianesimo? Se così, come si può parlare di un rimedio universale per affrontare una situazione di crisi?
L’esperienza mistica è un fenomeno universale. Esiste anche la “mistica laica”. Alcuni lo chiamano esperienza di vertice ed è stata elaborata dall’eminente pensatore rumeno Mircea Eliade. Gli elementi di questa esperienza sono: a) la consapevolezza di far parte di una realtà più ampia, dell’universo che ha un senso; b) dentro di questa realtà anche la mia vita ha uno scopo; c) segue che io non sono una vittima delle circostanze, ma sono un protagonista costruttivo dell’universo; d) questa consapevolezza dà forza per affrontare anche le situazioni di crisi, per combattere e per superare le difficoltà e conservare così la gioia di vita.
Quando si parla dell’esperienza mistica, do solito pensiamo a “grandi mistici” della storia che hanno avuto visioni ed altri fenomeni straordinari, come per es. Santa Teresa d’Avila, San Giovanni della Croce ed altri. Oggi tali fenomeni non si riscontrano più. Significa che non esiste più il misticismo?
Fino all’inizio del secolo 18 si parlava soltanto di grande misticismo, ma con la spiritualità di Santa Teresa di Lisieux è entrato nella consapevolezza cristiana che esiste anche la “piccola mistica”, o la mistica della vita quotidiana. Tale esperienza mistica è a portata di mano a tutti noi.
Quali sono le caratteristiche della spiritualità mistica quotidiana?
Le caratteristiche della spiritualità mistica della vita quotidiana sono:
a) Esperienza di una vita più profonda e più ampia alla presenza di Dio. Siamo consapevoli che Dio è presente in mondo e nella nostra vita e ci accompagna.
b) Esperienza di abbandono totale a Dio. L’abbandono a Dio non è un atteggiamento passivo, ma è un atteggiamento dinamico e creativo. Pensiamo a Sant’Ignazio fondatore della Compagnia di Gesù, considerato il mistico in azione, o a Santa Teresa d’Avila fondatrice di ben 60 monasteri. La spiritualità mistica spinge ad azione, a migliorare il mondo.
c) Esperienza di immensa e fiduciosa libertà. La spiritualità mistica rende la persona libera. Come esempio ci viene in mente Santa Madre Teresa di Calcutta che non aveva paura incontrare i temibili leader comunisti come Fidel Castro, o gli scienziati di fama mondiale quando ha ricevuto il premio Nobel a Oslo.
d) Esperienza di armonia con il cosmo. La spiritualità mistica trasforma la persona in senso che diventa testimone dell’amore di Dio. Non giudica il prossimo etichettandolo nei due campi opposti del bene e del male. Il mondo diventa per il mistico una casa abitabile entrando così in solidarietà con il cosmo. Non ci stupisce allora che San Francesco chiami tutto e tutti fratelli e sorelle, anche la morte. Possiamo pensare anche alla nuova enciclica del Papa Francesco “Fratelli tutti”.
Come può aiutare la spiritualità mistica in una situazione di crisi e di sofferenza?
L’esperienza mistica ha come fondo la percezione intuitiva della verità teologica che nonostante tutto Dio ama l’uomo. Questa è infatti l’esperienza della salvezza: l’Incarnazione porta il messaggio che Dio ha tanto amato il mondo, ogni singolo uomo, che ha mandato il suo Figlio unigenito che nessuno vada perduto. Frutto di tale esperienza è che la persona vede tutto come un dono di Dio: la vita, gli altri, la natura, la salute, l’amicizia, anche la malattia.
La logica della mistica è che la persona non si sente vittima di nulla, nemmeno della malattia o della sofferenza, bensì si sente protetta dall’amore di Dio anche davanti alla malattia e alla sofferenza. Modello di tale approccio è san Paolo che ci ha lasciato questa stupenda testimonianza nella Lettera ai Romani: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? … Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom 8, 35. 38). Noi possiamo aggiungere: nemmeno la pandemia creata dal coronavirus. Notiamo che san Paolo non dice che il nostro amore verso Dio ci protegge, ma viceversa, l’amore di Dio per noi che ci protegge in ogni avversità della vita.
Il mistico è dunque colui che ha guadagnato quell’atteggiamento che non gli permette di cadere nella disperazione e gli consente di mantenere un sorriso sincero, anche se in un mondo lacerato dalle sofferenze. Il vero mistico non si lascia condizionare da circostanza alcuna, non è schiavo del mondo esterno, non vede come tragedia un evento di calamità, come un terremoto o una pandemia, ma fiducioso alla presenza di Dio agisce e vive in piena libertà.